martedì 29 dicembre 2020

LA SINTESI FINALE

L'obiettivo di questo blog è stato raccogliere documenti riguardo il valore storico, tecnico e culturale dell'archipendolo. Un primo quadro generale dei temi trattati legati a questo strumento può essere osservato nella mappa concettuale (STEP 27) e nell'abbecedario (STEP 19). L’archipendolo (dal latino arcus e pendŭlus) è un semplice ma efficace strumento topografico. Il binomio “semplicità-efficienza” è figlio delle antiche origini dello strumento, risalenti a quando l’ingegno umano, non avendo a suo servizio un’avanzata tecnologia, doveva sforzarsi di risolvere quanti più problemi possibili creando soluzioni efficaci con i semplici mezzi che possedeva. Il modello più semplice dello strumento così come lo conosciamo oggi fu costruito infatti dal popolo egizio e nacque dalla necessità di dover disporre di un oggetto che potesse funzionare da riferimento per risolvere problemi di natura quotidiana come la misura e ripartizione dei terreni (STEP 9).


 Archipendolo rinvenuto nella tomba di Sennedjem, artigiano che prese parte alla costruzione delle tombe nella Valle dei Re. Egitto,19esima Dinastia. ~1250 a.C. 

 Nel 1911, a testimonianza della longevità dello strumento, l’ingegnere G. Pigozzi nel suo libro "Topografia - II Planimetria" ha descritto l'archipendolo producendone una trattazione della geometria al fine di poterlo costruire correttamente (STEP 23), dimostrando come ad oggi chiunque possa costruirlo in pochi semplici passi - Come costruire un archipendolo- . L’archipendolo è costituito da un telaio rigido triangolare formante la caratteristica forma ad A. L'angolo al vertice può avere ampiezza generica o essere retto per poter essere usato anche come squadra. Al vertice è appeso un filo a piombo e sulla traversa è riportata una scala graduata (STEP 1). 


Costruttore sconosciuto, XVII secolo, archipendolo in ottone, lunghezza 200mm, Museo Galileo di Firenze.

I primi archipendoli vennero realizzati in legno, utilizzando una semplice pietra come peso. Gli archipendoli realizzati in leghe metalliche, soprattutto ottone, e che presentano il peso in piombo risalgono invece all'Età moderna (STEP 8). Alla base del funzionamento dell'archipendolo vi è la forza di gravità: il filo a piombo, una volta lasciato libero, risente del campo gravitazionale tendendosi lungo la verticale. Appoggiando l'archipendolo su un piano, è possibile conoscerne l'inclinazione andando a leggere il valore riportato sulla tacca per la quale passa il filo teso. Tra le tacche, quella posizionata nel punto medio della traversa indica l'orizzontalità (STEP 5). 

La semplicità di tale principio di funzionamento ha permesso che nel corso della storia artigiani, carpentieri e scienziati costruissero modelli di archipendolo diversi e migliorati (STEP 11). Proprio il sito internet del Museo Galileo di Firenze permette di consultare una ricca e interessante collezione di immagini e informazioni di modelli diversi di archipendolo, testimoniandone la capacità applicativa in numerosi ambiti (STEP 2). In primis, l’impiego dell’archipendolo fu fondamentale per gettare le basi della topografia, scienza che studia le tecniche operative, i metodi e gli strumenti idonei a consentire la rappresentazione grafica di una porzione di superficie terrestre (STEP 4) -Approfondimento sulla Topografia: "Un gabinetto di topografia tra ottocento e novecento", Emilio Borchi e Renzo Macii- . Ancora oggi infatti l’archipendolo può essere usato in modo più o meno approssimativo per determinare le curve di livello -Come determinare le curve di livello con un archipendolo- . Rimanendo nell’ambito civile, l’archipendolo ha trovato impiego anche in campo edile e nell’artigianato, dove se ne è sfruttata la capacità di creare un piano perfetto, controllare la perfetta verticalità di un manufatto e servire da squadra nelle operazioni murarie (STEP 22). 

              

Esempi di applicazione dell'archipendolo

Come testimonia l’archipendolo di Josua Habermel, lo strumento trovò impiego anche in campo militare dove veniva usato per misurare l’alzo dei cannoni (STEP 3).

Josua Habermel, Praga, fine XVI secolo, archipendolo da bombardieri in argento e ottone, altezza 180 mm, Museo Galileo di Firenze.

Tra ‘800 e ‘900 il ruolo dell’archipendolo ha iniziato a subire un ridimensionamento (STEP 24). L’avvento di un nuovo sviluppo tecnologico ha fatto si che iniziassero ad essere proposti nuovi modelli più avanzati figli dell’archipendolo. Tra questi spicca il brevetto del 1900 di Ferdinand Sinkovic che propose un filo a piombo in grado di permettere a chi lo utilizzava di riconoscere più facilmente e con più precisione il grado di inclinazione della superficie (STEP 17). 

Successivamente la longevità dell’archipendolo è stata messa alla prova dallo sviluppo della livella. Grazie però al valore iconologico e culturale che l’archipendolo ha acquisito nel corso dei secoli, resiste ancora oggi nell’immaginario collettivo. Tutto nasce dalla struttura dello strumento e dall'uso che se ne fa, dove sono intrinsechi il concetto di geometria e precisione: questo ha reso l'archipendolo simbolo allegorico dell'Ordine e dell'Uguaglianza come è testimoniato in "Iconologia" di Cesare Ripa in cui si trova la seguente immagine  (STEP 6.1):


Allegoria dell'Ordine personificato come un uomo che tiene nelle mani una squadra e un Archipendolo.

Tra il XVIII e XIX secolo, l'archipendolo venne scelto come simbolo di Uguaglianza da parte dei giacobini francesi in età rivoluzionaria e successivamente dai gruppi e partiti sostenitori dei moti repubblicani in Italia come si legge nel "Saggio sulla rivoluzione" di Carlo Pisacane, comparendo in cartelli propagandistici e nelle bandiere dei partiti (STEP 6.2)

1800/1802 - SECONDA REPUBBLICA CISALPINA -
Legione Italica usa un Tricolore con al centro l’archipendolo e il cappello frigio, di cui don Antonio Rovatti di Modena fornisce una ricostruzione nella sua Cronaca.

L'archipendolo nel corso della storia è stato addirittura collegato alla Massoneria, assumendone i caratteri mitologici tipici della Massoneria speculativa: il legame è da ricercare nelle origini della Massoneria, intesa come operativa, che nacque come associazione di mutuo soccorso e perfezionamento morale tra gli artigiani muratori di cui proprio l'archipendolo era, tra gli altri, un tipico strumento del mestiere (STEP 7). Alla luce di tutto questo, non sorprende sapere che il simbolo iconografico più o meno stilizzato dell’archipendolo viene usato ancora oggi in età contemporanea. In particolare, sono numerosi i francobolli raffiguranti lo strumento, così come sono altrettanto numerosi i marchi di aziende, degli ordini degli ingegneri e degli architetti che scelgono l’archipendolo come simbolo delle loro attività e professioni (STEP 18, STEP 20).

URUGUAY - 1989. In occasione del bicentenario, viene celebrata la Rivoluzione francese con uno dei simboli giacobini: l'Archipendolo

Logo dell' Ordine Provinciale degli Architetti di Parma

In conclusione, lo studio dei documenti e dei reperti storici conferma l’efficienza e la semplicità dell’archipendolo preannunciate in apertura, qualità che hanno permesso allo strumento di sopravvivere nei secoli e di giungere fino ai giorni nostri. Un’età, quella di oggi, che con lo sviluppo tecnologico ha reso l’archipendolo un oggetto superato, ma che allo stesso tempo sembra non volerlo dimenticare, quasi ad elogiarne il ruolo chiave che ha avuto nell’evoluzione della nostra società.

lunedì 28 dicembre 2020

STEP #27 - LA MAPPA CONCETTUALE

STEP #26 - LA CHIMICA E L'ARCHIPENDOLO

Un particolare tipo di archipendolo, quello da bombardieri, trovò applicazione anche in campo militare dove veniva usato per misurare l'alzo dei cannoni ( STEP #03 ). Proprio il cannone rappresenta il ponte tra l'archipendolo e la chimica. Fino a circa il 1850, l'esplosivo utilizzato nei cannoni fu la polvere da sparo (o polvere nera). La polvere da sparo è una miscela di nitrato di potassio (salnitro), carbone e zolfo, generalmente nelle proporzioni di 75 a 15 a 10. L'energia necessaria al lancio delle palle da cannone si otteneva dalla reazione chimica esplosiva originata dalla combustione della povere da sparo che consiste in una reazione di ossidazione dove alcuni atomi di ossigeno dei reagenti fungono da comburenti e ossidano i combustibili. Una volta attivata, la reazione esplosiva trasforma molto rapidamente sostanze ad elevato contenuto energetico in gas a basso contenuto energetico che ritrovandosi in un ambiente angusto ad altissime pressioni e temperature generano una spinta fornendo l'energia necessaria alle palle di cannone per essere sparate.
La reazione chimica è la seguente, dove il salnitro fornisce al carbonio e allo zolfo l’ossigeno necessario alla loro combustione:

10 KNO3 + 8 C + 3 S → 2 K2CO3 + 3 K2SO4 + 6 CO2 + 5 N2

lunedì 14 dicembre 2020

STEP #25 - COSE PERSONALI

PASSATO

La collezione dei primi 15 libri della collana di Geronimo Stilton. Sono stati i primi libri che ho letto e che tutt'ora conservo anche come ricordo dei primi anni di scuola elementare.

  PRESENTE


Da una parte il mio pc che nell'ultimo anno di didattica a distanza è diventato lo strumento fondamentale per seguire le lezioni online. Dall'altra la matita del Politecnico di Torino, presa il giorno dell'Open Day dell'Ateneo ormai quasi 3 anni fa e che credevo persa. Dopo averla ritrovata tra vecchi libri ho deciso di utilizzarla in attesa di tornare presto in aula.

FUTURO


La spilla che ho comprato nel mio ultimo viaggio a Londra e che rappresenta lo skyline della città, luogo in cui tornerò non appena si potrà tornare a viaggiare superata la pandemia. 

sabato 28 novembre 2020

STEP #24 - LE PAROLE NELLA STORIA

 ARCHIPENDOLO

LIVELLA A BOLLA


Dal confronto dei grafici storici delle parole 'archipendolo' e 'livella a bolla' si può notare come il primo sia il precursore della seconda. Infatti fino a circa il 1800, l'utilizzo della parola 'archipendolo' è molto più comune rispetto agli anni dei secoli successivi. E proprio intorno al 1800 inizia a diffondersi la parola 'livella', a conferma del fatto che questo strumento innovativo ha soppiantato l'altro più antico.

TOPOGRAFIA


Con l'avvento di strumenti più innovativi, anche lo sviluppo della scienza topografica ha registrato dopo il 1800 una crescita notevole. 

PLUMB LEVEL

NIVEAU DE MAçON

I termini in inglese e francese non registrano una diffusione prima del 1800. Successivamente invece raggiungono picchi molto più alti rispetto al termine in italiano.


mercoledì 25 novembre 2020

STEP #23 - LA NORMATIVA

L'ingegnere G. Pigozzi nel suo libro "Topografia - II Planimetria" del 1911 descrive l'archipendolo producendone una trattazione della geometria al fine di poter costruire correttamente lo strumento. Fornisce inoltre una valutazione sistematica dell'errore che può commettersi nella valutazione dell'inclinazione di una superficie. 

  


STEP #22 - UN MANUALE D'USO

L' archipendolo veniva impiegato principalmente come strumento in grado di individuare un piano di riferimento e come strumento di misura dell'inclinazione di una superficie. Ne facevano un tale utilizzo sia gli artigiani che i carpentieri e ingegneri nel campo dell'edilizia.

PER MISURARE L'INCLINAZIONE DI UNA SUPERFICIE è sufficiente poggiare l'archipendolo sulla superficie stessa e leggere la misura dell'angolo individuato dal filo a piombo sulla traversa: tale angolo è proprio l'inclinazione cercata.

PER REALIZZARE UNA SUPERFICIE ORIZZONTALE è sufficiente poggiare l'archipendolo sulla superficie di interesse e inclinarla in modo tale che il filo a piombo passi sul punto medio della traversa. Tale superficie mantenuta in quella posizione individua il piano orizzontale che può fungere da riferimento per esempio nella costruzione di un ponte.

 


In campo topografico l'archipendolo viene utilizzato ancora oggi come strumento artigianale con cui INDIVIDUARE LE CURVE DI LIVELLO. Tale operazione consiste nel tracciare linee sul terreno passanti per punti che si trovano alla stessa altezza sul livello del mare. Per realizzarle, si inizia posizionando i piedi alla base dell'archipendolo su una porzione di terreno. Si prende nota dell'inclinazione misurata sulla traversa dell'archipendolo e si marcano a terra le posizioni su cui poggiano i piedi dell'archipendolo. Poi, tenendo fermo un piede dell'archipendolo e usandolo come perno, viene fatto ruotare lo strumento di circa 180°. A questo punto, aggiustando la posizione dell'archipendolo con piccoli spostamenti del piede che è stato fatto ruotare, si cerca di raggiungere la stessa misura dell'inclinazione rilevata precedentemente e si marca a terra la nuova posizione individuata. Procedendo così si individuano punti sul terreno che una volta uniti descriveranno una curva di livello ad una altezza sul livello del mare pari a quella del punto di partenza.