L'obiettivo di questo blog è stato raccogliere documenti riguardo il valore storico, tecnico e culturale dell'archipendolo. Un primo quadro generale dei temi trattati legati a questo strumento può essere osservato nella mappa concettuale (STEP 27) e nell'abbecedario (STEP 19). L’archipendolo (dal latino arcus e pendŭlus) è un semplice ma efficace strumento topografico. Il binomio “semplicità-efficienza” è figlio delle antiche origini dello strumento, risalenti a quando l’ingegno umano, non avendo a suo servizio un’avanzata tecnologia, doveva sforzarsi di risolvere quanti più problemi possibili creando soluzioni efficaci con i semplici mezzi che possedeva. Il modello più semplice dello strumento così come lo conosciamo oggi fu costruito infatti dal popolo egizio e nacque dalla necessità di dover disporre di un oggetto che potesse funzionare da riferimento per risolvere problemi di natura quotidiana come la misura e ripartizione dei terreni (STEP 9).
Archipendolo rinvenuto nella tomba di Sennedjem, artigiano che prese parte alla costruzione delle tombe nella Valle dei Re. Egitto,19esima Dinastia. ~1250 a.C.
Nel 1911, a testimonianza della longevità dello strumento, l’ingegnere G. Pigozzi nel suo libro "Topografia - II Planimetria" ha descritto l'archipendolo producendone una trattazione della geometria al fine di poterlo costruire correttamente (STEP 23), dimostrando come ad oggi chiunque possa costruirlo in pochi semplici passi - Come costruire un archipendolo- . L’archipendolo è costituito da un telaio rigido triangolare formante la caratteristica forma ad A. L'angolo al vertice può avere ampiezza generica o essere retto per poter essere usato anche come squadra. Al vertice è appeso un filo a piombo e sulla traversa è riportata una scala graduata (STEP 1).
I primi archipendoli vennero realizzati in legno, utilizzando una semplice pietra come peso. Gli archipendoli realizzati in leghe metalliche, soprattutto ottone, e che presentano il peso in piombo risalgono invece all'Età moderna (STEP 8). Alla base del funzionamento dell'archipendolo vi è la forza di gravità: il filo a piombo, una volta lasciato libero, risente del campo gravitazionale tendendosi lungo la verticale. Appoggiando l'archipendolo su un piano, è possibile conoscerne l'inclinazione andando a leggere il valore riportato sulla tacca per la quale passa il filo teso. Tra le tacche, quella posizionata nel punto medio della traversa indica l'orizzontalità (STEP 5).
La semplicità di tale principio di funzionamento ha permesso che nel corso della storia artigiani, carpentieri e scienziati costruissero modelli di archipendolo diversi e migliorati (STEP 11). Proprio il sito internet del Museo Galileo di Firenze permette di consultare una ricca e interessante collezione di immagini e informazioni di modelli diversi di archipendolo, testimoniandone la capacità applicativa in numerosi ambiti (STEP 2). In primis, l’impiego dell’archipendolo fu fondamentale per gettare le basi della topografia, scienza che studia le tecniche operative, i metodi e gli strumenti idonei a consentire la rappresentazione grafica di una porzione di superficie terrestre (STEP 4) -Approfondimento sulla Topografia: "Un gabinetto di topografia tra ottocento e novecento", Emilio Borchi e Renzo Macii- . Ancora oggi infatti l’archipendolo può essere usato in modo più o meno approssimativo per determinare le curve di livello -Come determinare le curve di livello con un archipendolo- . Rimanendo nell’ambito civile, l’archipendolo ha trovato impiego anche in campo edile e nell’artigianato, dove se ne è sfruttata la capacità di creare un piano perfetto, controllare la perfetta verticalità di un manufatto e servire da squadra nelle operazioni murarie (STEP 22).
Esempi di applicazione dell'archipendolo
Come testimonia l’archipendolo di Josua Habermel, lo strumento trovò impiego anche in campo militare dove veniva usato per misurare l’alzo dei cannoni (STEP 3).
Tra ‘800 e ‘900 il ruolo dell’archipendolo ha iniziato a subire un ridimensionamento (STEP 24). L’avvento di un nuovo sviluppo tecnologico ha fatto si che iniziassero ad essere proposti nuovi modelli più avanzati figli dell’archipendolo. Tra questi spicca il brevetto del 1900 di Ferdinand Sinkovic che propose un filo a piombo in grado di permettere a chi lo utilizzava di riconoscere più facilmente e con più precisione il grado di inclinazione della superficie (STEP 17).
Successivamente la longevità dell’archipendolo è stata messa alla prova dallo sviluppo della livella. Grazie però al valore iconologico e culturale che l’archipendolo ha acquisito nel corso dei secoli, resiste ancora oggi nell’immaginario collettivo. Tutto nasce dalla struttura dello strumento e dall'uso che se ne fa, dove sono intrinsechi il concetto di geometria e precisione: questo ha reso l'archipendolo simbolo allegorico dell'Ordine e dell'Uguaglianza come è testimoniato in "Iconologia" di Cesare Ripa in cui si trova la seguente immagine (STEP 6.1):
Tra il XVIII e XIX secolo, l'archipendolo venne scelto come simbolo di Uguaglianza da parte dei giacobini francesi in età rivoluzionaria e successivamente dai gruppi e partiti sostenitori dei moti repubblicani in Italia come si legge nel "Saggio sulla rivoluzione" di Carlo Pisacane, comparendo in cartelli propagandistici e nelle bandiere dei partiti (STEP 6.2).
L'archipendolo nel corso della storia è stato addirittura collegato alla Massoneria, assumendone i caratteri mitologici tipici della Massoneria speculativa: il legame è da ricercare nelle origini della Massoneria, intesa come operativa, che nacque come associazione di mutuo soccorso e perfezionamento morale tra gli artigiani muratori di cui proprio l'archipendolo era, tra gli altri, un tipico strumento del mestiere (STEP 7). Alla luce di tutto questo, non sorprende sapere che il simbolo iconografico più o meno stilizzato dell’archipendolo viene usato ancora oggi in età contemporanea. In particolare, sono numerosi i francobolli raffiguranti lo strumento, così come sono altrettanto numerosi i marchi di aziende, degli ordini degli ingegneri e degli architetti che scelgono l’archipendolo come simbolo delle loro attività e professioni (STEP 18, STEP 20).
In conclusione, lo studio dei documenti e dei reperti storici conferma l’efficienza e la semplicità dell’archipendolo preannunciate in apertura, qualità che hanno permesso allo strumento di sopravvivere nei secoli e di giungere fino ai giorni nostri. Un’età, quella di oggi, che con lo sviluppo tecnologico ha reso l’archipendolo un oggetto superato, ma che allo stesso tempo sembra non volerlo dimenticare, quasi ad elogiarne il ruolo chiave che ha avuto nell’evoluzione della nostra società.